Il maestro di fotografia e lo scrittore: storia di una lunga amicizia nata a casa di Sciascia

È il maestro ragusano, Giuseppe Leone, a raccontarci con emozione il suo legame con Vincenzo Consolo, lo scrittore dalla “personalità magnetica” scomparso 10 anni fa

Angela Marina Strano
Giornalista

Vincenzo Consolo e Giuseppe Leone in una foto concessa dal maestro ragusano A volte, dall’incontro di grandi artisti nascono, non solo esperienze professionali di estremo valore, ma anche storie di amicizia profonda. Ne è esempio l’amicizia sorta tra il fotografo Giuseppe Leone e gli scrittori Vincenzo Consolo, Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino.

Giuseppe Leone, è un illustre maestro di fotografia ragusano. Ha collaborato con intellettuali e con case editrici importanti, come Rizzoli, Sellerio e Bompiani. Abbiamo avuto l’onore e la possibilità di intervistarlo telefonicamente e con emozione ci ha raccontato dell’amicizia che lo ha legato alla triade degli scrittori siciliani.

Di certo, le loro vite e le personalità erano diverse, ma unite dall’arte, dalla letteratura e da un profondo legame umano. Ciò dimostra che, non necessariamente, fra personaggi illustri ci debba essere competizione, ma può esistere uno scambio di esperienze, idee acute ed emozioni.

Recentemente, l’Università di Catania ha dedicato allo scrittore Vincenzo Consolo, alcuni importanti eventi culturali per celebrare i dieci anni della sua scomparsa.

Durante l’incontro “Le parole e le immagini”, introdotto dal professore Rosario Castelli, delegato del rettore alle Attività culturali dell’ateneo catanese, con gli interventi degli italianisti Giuseppe Traina dell’Università di Catania e Gianni Turchetta, dell’Università di Milano, curatore della ristampa del volume fotografico “La Sicilia passeggiata”, con scritti di Consolo e con le foto di Leone, si è approfondita la figura e la scrittura di Consolo.

Leone, con il suo intervento, ha narrato attraverso le fotografie, il legame con lo scrittore, proiettando una selezione di foto edite e immagini inedite. Successivamente, ci ha raccontato: «Con Consolo, ci siamo conosciuti negli anni ’80, in contrada Noce, a casa di Leonardo Sciascia a Racalmuto. Quel luogo raccolto, modesto, lontano dal caos, è stato per anni rappresentanza della cultura siciliana.

Tutti gli artisti che operavano in Sicilia finivano per incrociare il loro cammino con la contrada Noce. Una mattina, mentre conversavo placidamente con Sciascia, giunse un’autovettura con a bordo una signora e un uomo. Vidi scendere e avanzare un uomo piccolo di statura. Leonardo ci presentò e, nel corso del pranzo, ho avuto il piacere di scoprire l’eleganza dell’eloquio di Consolo e la sua grande cultura. Rimanemmo tutti incantati dalla sua personalità magnetica».

Il loro rapporto di collaborazione professionale continuò grazie all’intuizione di Leonardo Sciascia, che, avendo ricevuto dal Sole24ore l’incarico di curare cinque pubblicazioni dedicate alla Sicilia, affidò a Consolo e Leone il volume sul barocco siciliano.

I due, così, visitarono e perlustrarono insieme per molti giorni le città di Ragusa, Noto e Palazzolo Acreide, condividendo il tempo e le idee. Tra loro nacque subito una grande intesa che poi divenne una lunga amicizia.

«Consolo – ricorda Giuseppe Leone – era un uomo che amava e apprezzava la bellezza della vita in ogni sua forma. A dispetto dell’immagine stereotipata che si ha di lui, non era affatto un uomo ombroso. Era un artista autentico.

Recentemente, nella galleria fotografica di Ragusa, abbiamo allestito una mostra sui tre scrittori e non tutti conoscevano la figura di Consolo. Questo mi ha colpito molto. Mi fa piacere che adesso ci sia questa attenzione verso di lui e che gli venga riconosciuto il giusto ruolo di scrittore».

Nel corso degli anni, il loro rapporto di collaborazione s’intensifica. Pubblicano, infatti, un libro dedicato a Cefalù, la città che fa da sfondo a tre dei suoi più interessanti romanzi. Poi, segue la pubblicazione di un libro fotografico dedicato ai Nebrodi, i luoghi dove era nato. Leone scopre grazie a Consolo, feste religiose, paesini affascinanti e luoghi sacri. Il loro sodalizio, continua con la pubblicazione di un libro dedicato a Ortigia e Siracusa, città che Consolo amava e dove aveva comprato casa.

«Consolo – continua Leone – amava molto l’archeologia, così decise di prendere una casa ad Ortigia che si affacciava sul tempio di Apollo. Era un grande conoscitore di arte. Con lui ho firmato due dei libri più belli della mia produzione. Il primo, edito da Bompiani, ancora una volta dedicato al barocco siciliano, grazie al coinvolgimento del direttore editoriale Mario Andreose.

Il secondo, decisamente un autentico capolavoro fu “Sicilia teatro del mondo”, commissionato dalle edizioni Eri, con un suo testo magistrale. Libro che è stato ripubblicato dalla casa editrice “Mimesis” proprio in occasione del decennale della sua scomparsa.

Ma in verità, il nostro ultimo lavoro insieme è stato la copertina del suo ultimo libro, pubblicato postumo. La moglie, Caterina Pilenga, mi chiamò dopo la sua scomparsa per scegliere l’immagine che campeggia in copertina di “Al di qua del faro” pubblicato da Mondadori».

Una delle foto più celebri di Giuseppe Leone, ritrae gli scrittori Consolo, Bufalino e Sciascia sorridenti in atteggiamento confidenziale. Ma pare, che a volte, tra Consolo e Bufalino si creavano degli screzi perché avevano caratteri diversi e due modi opposti di intendere il ruolo dello scrittore. Il libro “La Sicilia passeggiata” curato da Consolo, con le fotografie di Leone, svela una terra sognante, forse illusoria, popolata da monumenti, chiese, piazze, paesaggi e racconti di prodigi e sortilegi.

Nell’attacco, Consolo evoca una Sicilia incantata: “Siamo giunti: all’Ànapo che gorgoglia sonoro tra le gole di Pantàlica. Perché è da qui che vogliamo partire, per un nostro viaggio, per una nostra ricognizione della Sicilia, per inventarci, liberi come siamo da confini di geografia, da limiti d’epoca storica o da barriere tematiche, un modo, tra infiniti altri, per conoscere quest’isola al centro del Mediterraneo, questo luogo d’incrocio d’ogni vento e assalto, d’ogni dominio e d’ogni civilizzazione”.

Nelle sue foto Leone ritrae gli amici che si scambiano sguardi d’intesa, sorrisi, che compiono gesti quotidiani, come Leonardo Sciascia a colazione. Eppure, osservando quelle immagini non si ha la sensazione di violare l’intimità dei personaggi, ma si evincono dei frammenti di tempo, delle espressioni che diventano eterni grazie alla fotografia. Si tratta si emozioni sentimentali che si intrecciano con personalità di spicco della storia della Sicilia.

«Del nostro rapporto d’amicizia – ricorda Leone- ho ancora in mente le passeggiate e le grandi tavolate. Si amava dialogare a tavola. A tal proposito, desidero anticipare che, nonostante in questo momento la crisi culturale abbia intaccato anche le pubblicazioni delle case editrici, ho in progetto un nuovo libro fotografico che si intitolerà “Pausa pranzo” e che raccoglierà molte foto dedicate ai momenti conviviali e di intimità durante le conversazioni a tavola di importanti scrittori.

Il libro, non si rifà però solo ad immagini del passato, ma anche al periodo attuale segnato dal Covid e dai cellulari, e le foto dimostreranno come è cambiato il dialogo nel tempo, ognuno è chiuso nel proprio isolamento».

Balarm Magazine 30 gennaio 2022