Il primo romanzo di Vincenzo Consolo, La ferita dell’aprile racconta la ricostruzione dei partiti e le prime elezioni in Sicilia del ’47. Consolo veniva da una famiglia piccolo borghese, andavano in vacanza in campagna, i suoi amici erano figli di contadini. In un racconto che fa parte del libro Le pietre di Pantalica parla della sua amicizia con una ragazzina, Amalia che gli insegnò la lingua gallo-italica tipica del suo luogo. Lo scrittore parla poi di emigrazione: “io credo che la storia della civiltà sia una storia di emigrazione, di reciproco arricchimento.”